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Secondo il CEO Tom Palmer, Newmont prenderà una decisione su un investimento di 2 miliardi di dollari nella sua miniera Yanacocha, nella regione Cajamarca del Perù settentrionale, prima della fine dell’anno.

Newmont progetta di sviluppare la prima fase dei depositi di solfuro e un circuito di elaborazione integrato, compreso un’autoclave per il trattamento delle materie prime di oro, rame e argento.

La costruzione richiederà circa due anni e mezzo, quindi il progetto dovrebbe iniziare a funzionare nel 2026.

Aggiungerebbe 500.000 once equivalenti d’oro all’anno alla produzione della miniera, con costi di mantenimento tra i 700 e gli 800 dollari all’oncia per i primi cinque anni completi di operazioni.

Poiché le risorse di ossido della miniera a cielo aperto di Yanacocha sono vicine all’esaurimento, il progetto è concepito per continuare a estrarre materiale di solfuro nel sottosuolo.

La prima fase si concentra sullo sviluppo dei depositi Yanacocha Verde e Chaquicocha per estendere le operazioni oltre il 2040. La seconda e la terza fase hanno il potenziale per estendere la vita della miniera per “più decenni”.

Tutte le nuove infrastrutture saranno costruite all’interno della struttura della miniera esistente e il progetto incorporerà una tecnologia remota per condurre ispezioni in tempo reale.

Interrogato sul governo entrante della sinistra Pedro Castillo, Palmer ha riferito che l’azienda era pronta a impegnarsi in discussioni nei prossimi sei mesi, aggiungendo di essere ottimista sul risultato.

“Siamo stati in Perù per 30 anni. Il progetto Yanacocha Sulphides ci posizionerà per essere in Perù per almeno altri 30 o 40 anni”.

Circa due terzi delle entrate di Yanacocha vengono reinvestite nell’economia locale in salari, tasse, beni e servizi, dato che l’operazione impiega direttamente 1.400 lavoratori e sostiene altri 40.000 posti di lavoro peruviani. Due terzi dei lavoratori della miniera sono residenti a Cajamarca.

Il Perù ha vissuto una delle peggiori crisi politiche della sua storia nel novembre dello scorso anno, assistendo a tre capi di stato in una settimana dopo una battaglia tra la presidenza e il Congresso, insieme a violente proteste.

Durante un processo elettorale teso e polarizzante, l’attivista sindacale rurale di un partito marxista ha giurato di nazionalizzare i beni energetici, bloccare alcuni progetti e prendere una quota maggiore del guadagno minerario per combattere la povertà.

La crescente popolarità di Castillo ha sorpreso gli investitori e ha alimentato la preoccupazione che un ambiente operativo più oneroso avrebbe messo in pericolo i progetti necessari per soddisfare la crescente domanda globale di rame.