Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca come 47° Presidente degli Stati Uniti dopo la vittoria nelle elezioni del 2024 contro Kamala Harris ha già suscitato intense speculazioni su come la sua politica economica e commerciale potrà influire sul contesto globale.
Dopo un primo mandato caratterizzato da misure protezionistiche e dalla celebre politica “America First“, Trump potrebbe tornare a imporre dazi e misure restrittive sulle importazioni, suscitando preoccupazione tra i principali partner commerciali degli Stati Uniti.
Ricapitolando le Politiche Commerciali di Trump: Dazi e Tariffe del Primo Mandato
Tra il 2017 e il 2021, l’amministrazione Trump ha imposto una serie di dazi su una vasta gamma di prodotti importati, compresi pannelli solari, elettrodomestici, acciaio e alluminio. Queste misure hanno avuto come obiettivo Cina, Messico, Canada e l’Unione Europea, colpendo così i principali attori del mercato globale dell’alluminio.
- Marzo 2018: l’amministrazione Trump ha imposto dazi su prodotti di origine cinese, tra cui l’alluminio, a seguito di un’indagine anti-dumping. I dazi sulle importazioni dalla Cina hanno coinvolto scambi per un valore di 380 miliardi di dollari, con un aumento fiscale di quasi 80 miliardi di dollari. Tra questi, un dazio addizionale del 10% è stato imposto sull’alluminio importato, per un valore di 17,6 miliardi di dollari.
- Maggio 2019: dopo tensioni commerciali con Messico, Canada e l’Unione Europea, si raggiunse un accordo per eliminare i dazi sull’alluminio, ponendo fine a una fase di scontri che aveva generato instabilità nei rapporti commerciali tra i paesi.
- Dicembre 2019: Trump annunciò dazi sui metalli importati dal Brasile e dall’Argentina, accusando i due paesi di svalutare le loro valute per rendere i propri prodotti più competitivi sul mercato globale. Tuttavia, l’amministrazione abbandonò questa idea pochi giorni dopo, dato che gli economisti rifiutarono questa interpretazione.
- Febbraio 2020: Trump ampliò il raggio d’azione dei dazi, includendo derivati dell’alluminio e dell’acciaio, come fili, graffette e chiodi, introducendo tariffe addizionali del 10% per l’alluminio e del 20% per l’acciaio.
- Agosto 2020: vennero reintrodotti dazi sull’alluminio non legato dal Canada, con un valore commerciale di circa 2,5 miliardi di dollari. Tuttavia, solo un mese dopo, il Canada fu esentato da questi dazi, in un tentativo di salvaguardare il rapporto tra i due paesi.
Con la fine della presidenza Trump e l’inizio dell’amministrazione Biden, alcune di queste tariffe furono sostituite da un sistema di quote tariffarie, dove solo le importazioni superiori a una certa soglia avrebbero incontrato dazi.
Tuttavia, nonostante il cambiamento, il settore dell’alluminio e dell’acciaio statunitense continua a subire pressioni, con tariffe che rappresentano circa 2,7 miliardi di dollari su un totale di 79 miliardi di dazi sulle importazioni.
Le Reazioni Globali al Ritorno di Trump e le Preoccupazioni per Nuove Tariffe
La rielezione di Trump ha suscitato allarme in molte nazioni, timorose di una possibile nuova ondata di dazi, soprattutto dopo che Trump, durante la campagna, ha minacciato di introdurre una tariffa minima globale del 10% su tutti i beni importati.
Canada, Messico, e Unione Europea stanno già valutando strategie per prevenire un ritorno ai dazi pesanti che potrebbero compromettere le loro economie.