Gli hedge fund scommettono contro il rame al London Metal Exchange per la prima volta dai primi mesi della pandemia – una brusca inversione di tendenza rispetto a poche settimane prima, dopo che la deludente ripresa della Cina aveva fatto crollare i prezzi.
I dati dell’LME di questa settimana hanno mostrato che il posizionamento dei fondi d’investimento sul rame è passato a uno short netto – il primo da giugno 2020 – dopo che le scommesse ribassiste sono aumentate da metà aprile e le posizioni lunghe sono state eliminate.
Il metallo, considerato un indicatore economico per il suo utilizzo in tutti i settori, dall’edilizia all’elettronica, è stato sempre più sotto pressione dopo che i dati ufficiali hanno evidenziato una domanda debole da parte del principale consumatore mondiale.
Si tratta di una drammatica inversione di tendenza rispetto all’inizio dell’anno, quando i money manager avevano puntato su scommesse rialziste sul rame, prevedendo che la rinnovata domanda cinese, unita all’aumento del consumo di tecnologia verde, avrebbe fatto esaurire le già limitate scorte mondiali. Negli ultimi mesi le scorte dei magazzini di scambio hanno raggiunto livelli pericolosamente bassi e diverse miniere chiave hanno dovuto affrontare battute d’arresto operative e controversie politiche.
La domanda cinese ha invece deluso, mentre le scorte mostrano segni di allentamento: le scorte dell’LME sono aumentate ogni giorno per cinque settimane consecutive. L’effetto è stato netto: la quota di fondi corti sulla borsa è vicina al massimo storico nei dati che risalgono al 2018, mentre le scommesse lunghe sono state ridotte al minimo degli ultimi sette mesi.
La variabile più importante che ha deluso gli operatori è stato il ritmo di ripresa della domanda cinese di metalli. Se i prezzi scendessero al di sotto dei 7.700 dollari, potrebbero verificarsi vendite molto più consistenti. I futures del rame LME hanno recuperato un po’ di terreno negli ultimi giorni, scambiando a 8.100 dollari la tonnellata (oggi 30 maggio ore 09:00 – Italia) dopo aver toccato un minimo di sei mesi all’inizio della settimana.
Le scommesse long sul rame sono state una scelta sempre più popolare per gli investitori che cercano di trarre profitto dalla transizione energetica. Le turbine eoliche, i veicoli elettrici e le reti elettriche utilizzano grandi quantità di rame e molti analisti ritengono che la crescita dei consumi faccia aumentare i prezzi.
Per il momento, però, l’attenzione si concentra sulla correlazione del rame con la più ampia crescita economica, che sta affrontando i venti contrari derivanti dalle turbolenze nel settore bancario e dalla politica monetaria più restrittiva.
La propensione al rischio è in calo ovunque. I fondi stanno prendendo in seria considerazione la prospettiva di una recessione e stanno valutando cosa significherà la riduzione della domanda per gli equilibri della domanda e dell’offerta.
Allo stesso tempo, le recenti interruzioni dell’approvvigionamento minerario a Panama, in Cile e in Perù sono passate in secondo piano. Di recente sono stati avviati anche alcuni nuovi grandi progetti minerari e gli analisti di Bank of America Corp. e Citigroup Inc. prevedono un piccolo surplus di rame per quest’anno.
Ci sono ancora molti rischi per gli speculatori su entrambi i lati del commercio del rame. Il prolungato stallo sul tetto del debito statunitense ha pesato sugli asset di rischio nelle ultime settimane, mentre gli operatori sono ancora divisi sul fatto che il ciclo di inasprimento della Federal Reserve sia giunto al termine.
L’aumento dei tassi di interesse da parte della Fed ha anche diminuito l’attrattiva di detenere attività non fruttifere come il rame per lunghi periodi di tempo. Questo potrebbe scoraggiare coloro che vedono nella transizione energetica un fattore di crescita nei prossimi anni.