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L’alluminio è salito al massimo dal 2008, mentre una crisi energetica sempre più profonda comprime le forniture del metallo ad alta intensità energetica che è usato in tutto, dalle lattine di birra agli iPhone.

Ogni tonnellata di metallo richiede circa 14 megawattora di energia per produrre, abbastanza per far funzionare una casa media del Regno Unito per più di tre anni. Se l’industria dell’alluminio, con i suoi 65 milioni di tonnellate all’anno, fosse un paese, sarebbe il quinto più grande consumatore di energia al mondo.

Questo significa che l’alluminio è stato uno dei primi obiettivi negli sforzi della Cina per ridurre l’uso industriale di energia. Anche al di là dell’attuale crisi energetica, Pechino ha posto un rigido limite alla capacità futura che promette di porre fine ad anni di sovra-espansione e solleva la prospettiva di profondi deficit globali. L’aumento dei costi energetici in Asia e in Europa significa che c’è il rischio di ulteriori tagli all’offerta.

Nei Paesi Bassi, il produttore di alluminio Aldel ridurrà la produzione da questa settimana a causa degli alti prezzi dell’elettricità. Un certo numero di impianti di alluminio in Cina sono stati messi in standby e la produzione del paese ha probabilmente raggiunto il picco, almeno nel breve termine.

Con la produzione cinese sotto pressione e il boom della domanda, il paese ha importato quantità sempre maggiori di metallo primario. Tuttavia, sta ancora esportando enormi volumi di alluminio semilavorato, in parte sostenuto da sconti fiscali.

I prezzi hanno ricevuto un’ulteriore spinta lunedì dopo che l’Unione Europea ha imposto un dazio antidumping sull’alluminio laminato piatto proveniente dalla Cina, anche se ha escluso alcuni materiali chiave, tra cui il metallo usato dalle lattine per bevande, dalle industrie automobilistiche e dagli aerei.

L’impennata dei prezzi dell’alluminio di quest’anno spingerebbe tipicamente i produttori a riaprire vecchi impianti e a considerare l’aggiunta di nuove forniture. Ma l’aumento dei costi dell’energia sta mettendo sotto pressione le fonderie e potrebbe rendere difficile il riavvio.

Se una fonderia in Germania fosse esposta ai tassi di carico di base di un mese per l’energia, dovrebbe pagare circa 4.000 dollari per l’energia necessaria a produrre una tonnellata di metallo, ben oltre gli attuali prezzi dell’alluminio.