Loading icon Loading
1 min read

Secondo l’International Council on Mining and Metals (ICMM), le più grandi società minerarie del mondo si sono impegnate martedì a raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette di carbonio dirette e indirette entro il 2050 o prima.

L’annuncio arriva prima dell’incontro sul clima delle Nazioni Unite del mese prossimo, che mira ad ottenere un’azione più ambiziosa sul clima dai quasi 200 paesi che hanno firmato l’accordo di Parigi del 2015 per limitare il riscaldamento globale.

Molti minatori tra cui Anglo American, Rio Tinto e BHP, sotto la pressione di attivisti ambientali e azionisti, si sono già impegnati a zero entro il 2050 nelle emissioni dirette e indirette.

L’impegno collettivo, tuttavia, rappresenta un’ambizione comune da parte di aziende che costituiscono un terzo dell’industria mineraria e metallurgica globale.

I suoi 28 membri, le cui operazioni si estendono su 650 siti in 50 paesi, riferiranno annualmente sui loro progressi nella decarbonizzazione.

L’industria mineraria ha una “sfida di decarbonizzazione” perché il settore deve ridurre le emissioni mentre produce metalli, come il nichel e il rame, che sono vitali per un’economia a basse emissioni di carbonio.

Le emissioni dirette e indirette saranno abbassate accelerando l’uso di energia rinnovabile e riducendo o eliminando l’uso di camion diesel.

Gli obiettivi per le emissioni, che includono quelle dei clienti che trasformano il minerale di ferro in acciaio, dovrebbero essere fissati se non entro la fine del 2023, il più presto possibile.

Glencore, il più grande fornitore al mondo di carbone termico marino, si è impegnato a raggiungere l’obiettivo dell’ambito tre principalmente attraverso la chiusura delle sue miniere di carbone. I membri dell’ICMM, che includono Barrick Gold e Alcoa, hanno tagliato collettivamente le emissioni del 6% tra il 2016-2018.