Loading icon Loading
1 min read

Il ministro peruviano dell’economia e delle finanze ha sollevato ulteriori dubbi sul progetto da 1,4 miliardi di dollari di Southern Copper, a lungo ritardato, Tia Maria, nella provincia meridionale di Islay, nella regione di Arequipa, dicendo che la miniera proposta sia “socialmente e politicamente” irrealizzabile.

Tía María è già passata attraverso tre o quattro ondate di tentativi di repressione della comunità e del governo.

Il presidente Pedro Castillo ha individuato il progetto Tia Maria come un “non-starter” sotto la sua amministrazione, un punto di vista che è stato ripreso da altri membri del suo gabinetto, incluso il ministro dell’energia e delle miniere Ivan Merino.

Southern Copper, una filiale del Grupo Mexico, ha subito diverse battute d’arresto da quando ha annunciato la sua intenzione di sviluppare Tía María nel 2010.

I piani di costruzione sono stati fermati e riadattati due volte, nel 2011 e nel 2015, a causa della feroce opposizione della gente del posto, che si preoccupava dell’impatto della miniera sulle coltivazioni vicine e sulle riserve d’acqua.

Il precedente governo del Perù ha approvato la licenza di Tia Maria nel 2019, una decisione che ha scatenato un’altra ondata di proteste nella regione di Arequipa.

Lo sviluppo del controverso progetto sarebbe una svolta in un paese in cui le relazioni dell’industria mineraria con le comunità rurali isolate spesso si inaspriscono.

Nonostante la sua continua opposizione a Tia Maria, l’amministrazione Castillo sta lavorando su un nuovo approccio alle relazioni con le comunità e alla burocrazia per sbloccare più della vasta ricchezza mineraria del paese.

La miniera dovrebbe produrre 120.000 tonnellate di rame all’anno per una durata stimata di 20 anni. Impiegherebbe 3.000 persone durante la costruzione e fornirebbe 4.150 posti di lavoro permanenti diretti e indiretti.

Il Perù è il secondo produttore mondiale di rame dopo il vicino Cile e un importante fornitore di argento e zinco.