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Il sindacato cileno della Albemarle Corp, il primo produttore mondiale di litio, ha riferito lunedì di aver rifiutato l’ultima offerta di contratto di lavoro della società, lasciando ai lavoratori la possibilità di proseguire lo sciopero che si è esteso per più di un mese.

Il sindacato di 135 membri “Albemarle Salar”, che comprende circa la metà dei lavoratori del suo impianto di produzione chiave di Salar, è entrato in sciopero nel mese di agosto dopo aver fallito il raggiungimento di un accordo con il minatore di litio con sede negli Stati Uniti. L’azienda sostiene che lo sciopero prolungato non ha ancora colpito la sua produzione di litio.

Le operazioni Atacama di Albemarle in Cile sono una fonte vitale del metallo bianco ultraleggero utilizzato nelle batterie che alimentano i veicoli elettrici.

L’azienda, che ha trovato accordi di lavoro con le sue tre corporazioni cilene rimanenti all’inizio di quest’anno, ha comunicato di nuovo lunedì che aveva un piano di emergenza “solido” che assicurava di poter continuare a soddisfare le esigenze dei clienti durante lo sciopero.

Il sindacato ha sostenuto che il minatore aveva fatto arrivare i lavoratori in elicottero per sostituire quelli in sciopero, una pratica che, a suo dire, violava i diritti sindacali.

Albemarle estrae salamoie ricche di litio da sotto la piana salina nel suo impianto Salar, poi elabora le salamoie distillate in carbonato di litio per batterie nel suo impianto chimico La Negra vicino alla città di Antofagasta nel nord del Cile.