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La camera bassa del Cile ha approvato un tasso progressivo sulle vendite di rame in quello che potrebbe diventare uno dei più pesanti oneri fiscali nel settore minerario globale, potenzialmente bloccando gli investimenti e aumentando i prezzi.

I legislatori, che avevano già approvato un disegno di legge per introdurre un 3% fisso sulle vendite sia di rame che di litio, giovedì hanno votato 78 (favorevoli) a 55 (contrari) per aggiungere un meccanismo di aliquote marginali all’aumentare dei prezzi del rame, con la fascia più alta fissata al 75%.

Così facendo, la più grande industria di rame del mondo si avvicina a quello che la società mineraria locale descrive come un sistema “quasi espropriativo”. I suoi sostenitori, tra cui il rappresentante del partito comunista Daniel Nunez, hanno riferito che il nuovo meccanismo raccoglierebbe 7 miliardi di dollari all’anno in un momento in cui il Cile sta cercando di risolvere le persistenti disuguaglianze.

Il disegno di legge passa ora al Senato.

Giorgio Jackson prima del voto ha riferito che “è imperativo recuperare i ritorni economici per il popolo cileno attraverso le royalties minerarie, piuttosto che continuare a regalare compagnie private transnazionali”.

I prezzi del rame hanno raggiunto i livelli più alti degli ultimi dieci anni, beneficiando di un’economia globale in ripresa e della trasformazione dell’energia pulita. L’aumento dei prezzi ha spinto i politici di alcune nazioni ospitanti a cercare una quota maggiore del guadagno per combattere la povertà.

Per i produttori, il colpo delle tasse più alte può essere in parte compensato da prezzi ancora più alti, poiché un rallentamento degli investimenti inibisce la loro capacità di soddisfare la domanda futura.

In Cile, la modifica aggiunge aliquote marginali a partire dal 15% sulle vendite derivate da prezzi del rame compresi tra 2 e 2,50 dollari la libbra e fino al 75% quando i prezzi superano i 4 dollari. Ai livelli attuali, l’aliquota effettiva sarebbe del 21,5%.

Le miniere cilene gestite da compagnie come BHP Group e Codelco, controllata dallo stato, rappresentano il 28% del rame globale. Ma molte grandi operazioni sono mature, e richiedono pesanti investimenti per mantenere i livelli di produzione.

I paesi di tutto il mondo stanno anche cercando nuove fonti di reddito per aiutare i cittadini a riprendersi dalla pandemia. In Cile, gli sforzi per alimentare le casse dello stato sono stati intensificati da un processo per redigere una nuova costituzione dopo una serie di proteste per le disuguaglianze sociali ed economiche nei mesi precedenti la pandemia.

I legislatori hanno approvato disegni di legge per consentire ai cileni di attingere a parte dei risparmi delle pensioni e stanno proponendo una tassa sui super ricchi e un aumento del salario minimo.